Iabicus
The Newtrain Manifesto
The Newtrain Manifesto
A #SIOS19 Paolo Iabichino con la Scuola Holden presenta 30 nuove tesi del Cluetrain Manifesto
Con il Newtrain Manifesto c’è una presa di posizione: la volontà di sensibilizzare il mercato e mettere in circolazione nuove semantiche di comunicazione, progetti innovativi le cui istanze di profitto non siano slegate da quelle di salvaguardia e tutela di ecosistemi e collettività.
Milano 16 dicembre 2019 - Dopo esattamente vent’anni dalla prima edizione del Cluetrain Manifesto, Paolo Iabichino (conosciuto anche come Iabicus) e 16 ragazzi e ragazze della Scuola Holden di Alessandro Baricco, riscrivono il famoso manifesto e lo presentano in Università Bocconi a #SIOS19, il più grande evento in Italia dedicato al futuro dell'innovazione, StartupItalia Open Summit, durante un intervento chiamato “The Last Train”.
Ispirandosi al Cluetrain hanno preso in prestito il registro e la medesima impellenza con l’obiettivo di raccoglierne il testimone e produrre un nuovo documento, chiamato Newtrain Manifesto, per il mercato che verrà.
Un mercato in cui gli adulti non sembrano essere in grado di leggere le spinte rigenerative che arrivano dalle fasce più giovani della popolazione mondiale.
“Questi ragazzi e queste ragazze hanno tra i 19 e i 29 anni, studiano per scrivere le narrazioni d’impresa del futuro prossimo venturo e guardano con un certo scetticismo ai tentativi maliziosi di chi usa tematiche valoriali importanti per sedurre le nuove generazioni di consumatori e consumatrici. C’è una sincera preoccupazione per tutto quello che sta avvenendo e che avverrà nei prossimi anni.” - Afferma nell’intervista rilasciata a David Casalini, Founder di StartupItalia Paolo Iabichino, Creative Director e Maestro del College Story Design alla Scuola Holden - “Stiamo correndo un rischio enorme, quello che il pianeta terra collassi nel giro di una trentina d’anni ed è molto urgente cercare di capire come frenare questa pericolosissima deriva. Chi fa mercato ha la responsabilità di salvaguardare ecosistemi ambientali, sociali ed economici e siccome nell’ultimo periodo abbiamo assistito a una certa banalizzazione dei temi valoriali, [...] abbiamo scelto di prendere posizione per non perdere l’ultima occasione di fare questo mestiere in maniera completamente rinnovata. Da qui è nata l’idea di provare a salire sull’ultimo treno.”
Le tesi sono 30, una per ogni anno che ci separa dal 2050, una data che secondo il National Center for Climate Restoration australiano è stata indicata come il termine ultimo per impedire il collasso del nostro pianeta.
Il desiderio è che gruppi di aziende, piccole, grandi, multinazionali, start up, b2b o b2c che siano, sottoscrivano il Newtrain Manifesto, sposino la tesi che sentono più vicina al proprio lavoro e si sforzino di metterla in pratica con cognizione di causa, senza intenti manipolatori o seduttivi.
“Il 2019 ce lo ricorderemo come l’anno del Purpose e di una sensibilità diffusa verso tematiche valoriali che il mondo del marketing aveva snobbato. Ho la netta sensazione che stia passando l’ultimo treno per provare a fare questo mestiere in maniera completamente rinnovata. Perché quando si affondano i pennini della pubblicità dentro l’inchiostro dell’etica, dell’attivismo, della presa di posizione, il rischio di una sbavatura è molto alto e soprattutto io credo che nessuno di noi in questo momento possa più permettersi malizie seduttive.” - Scrive sul suo canale Medium Paolo Iabichino, Creative Director e Maestro del College Story Design alla Scuola Holden - “Non abbiamo molto tempo, credo sia la nostra ultima occasione. Ecco perché serviva un nuovo manifesto. È stato scritto da ragazze e ragazzi che hanno tra i 19 e i 29 anni, solo per questo vale la pena leggerlo, rileggerlo, comprenderlo, condividerlo e provare a usarlo. Perché riguarda chiunque di noi.”
Gli autori e le autrici sono al primo anno del biennio Story Design della Scuola Holden: Simone Aragona, Luisa Capuani, Clarissa Ciano, Francesco Chironna, Vittoria Duò, Ottavia Guidarini , Laura Izzo, Aurora Longo, Alice Nicolin, Antonella Raso, Giorgio Remuzzi, Chiara Sanvincenti, Alice Serrone, Mattia Tresoldi, Serena Vanzillotta, Luisa Zhou e il con l’aiuto del Tutor Roberto Tucci hanno scritto le 30 tesi del The Newtrain Manifesto:
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L’ecosostenibilità è un prerequisito per stare sul mercato. È una pretesa urgente e indispensabile, non potrà più essere un vanto pubblicitario o un’invenzione di marketing.
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La prima cosa di cui ci accorgiamo è quella che cercate di nascondere. Amiamo trasparenza, autenticità e rispetto. Non provate a manipolarci.
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Per anni ci avete studiato, analizzato, clusterizzato, ora tocca a noi: vogliamo conoscere ciò che siete, non quel che dite di essere. Vogliamo incontrare gli scopi del vostro agire, spogliatevi e lasciateci guardare.
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Se è vero che i dati sono il nuovo petrolio, non siate i nuovi petrolieri. Ce la fate a non inquinare anche il mondo digitale?
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Più big sono i vostri data, più small sarà il nostro consenso.
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Com’è che faceva quella canzone? What goes around comes around. Mettere a punto una filiera certificata e sostenibile è l’unico modo per stare sul mercato.
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La scelta delle materie prime e il trattamento delle risorse umane sono il vostro biglietto da visita, se vi siete sbagliati, riscrivetelo.
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In natura non esiste scarto, ogni cosa viene riutilizzata o riciclata: prendete esempio.
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Vogliamo prodotti di qualità, che durino nel tempo. Cominciate a produrli, altrimenti l’unica obsolescenza programmata sarà la vostra.
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Le intelligenze artificiali sono tra noi, non usate gli algoritmi per trasformarci nei vostri bancomat.
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I vostri lavoratori e le vostre lavoratrici possono diventare i vostri primi influencer. Nel bene e nel male.
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Il loro benessere e la loro soddisfazione sono specchio del vostro successo. Esiste il PIL della felicità, fatevi due conti.
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Datevi del tu. Le aziende fanno parte della stessa collettività, è inutile continuare a ragionare per compartimenti stagni.
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Se vi state chiedendo cos’è l’equità, forse avete sbagliato mestiere o siete semplicemente in ritardo. Ma non c’è più tempo.
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Le questioni di genere non sono una bandiera e i diritti LGBTQ+ non sono un accessorio da sfoggiare.
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Non vi è chiaro? Parità di genere = parità di doveri = parità di riconoscimenti.
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Non tirate in ballo l’inclusività solo per la vostra reputazione, la differenza acquisisce valore solo se è ben rappresentata.
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Non è più il tempo del purché se ne parli, bisogna che se ne parli per una ragione credibile, pertinente e rilevante.
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Il traffico non è consenso: non siamo numeri, siamo individui. Le relazioni valgono più di milioni di view.
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Non siamo arrabbiati, siamo solo delusi.
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Non è sulle false promesse che si costruisce un rapporto duraturo. Provate con un patto sincero, se volete la nostra fiducia.
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Non confondete la fiducia con la fidelizzazione, perché non ci sarà difficile trovare qualcun altro.
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I racconti delle marche ci piacciono anche, ma abbiamo bisogno di sentir risuonare la verità. Non vendeteci i vostri bisogni, liberateci dai nostri.
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Ricordatevi che avete un peso: non siamo sulla luna! A ogni azione corrisponde una reazione, fare mercato vuol dire anche fare cultura.
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Avete mai pensato alla bellezza come strumento di marketing? La bellezza è coerenza, consapevolezza, curiosità, stupore, coinvolgimento. Mettetela nei vostri Powerpoint.
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Le aziende in grado di stare generosamente sul mercato saranno vincenti.
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Vi sembrerà impossibile, ma guadagneremo tutti: voi, noi e le generazioni che verranno.
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Supportate i valori che vi rispecchiano e rispettate quelli che non sentite vostri.
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Aderite alle nostre battaglie, se credete, ma non provate a strumentalizzarle. Non ce ne facciamo nulla del vostro sostegno interessato.
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Scusateci, ora tocca a noi decidere le regole del gioco: la prima regola è che non si gioca più.
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Caricato il 16/12/2019