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Movimento 5 Stelle: forza politica parlamentare matura o movimento paralizzato nell'opposizione di sistema?

Dalla ricerca di FB & Associati emerge un Movimento sempre più capace di utilizzare a dovere lo strumento politico della rappresentanza, ma limitato dall'inossidabilità delle proprie posizioni politiche generali

Movimento 5 Stelle: forza politica parlamentare matura o movimento paralizzato nell'opposizione di sistema?

Nessun disegno di legge è stato approvato con il concorso decisivo del M5S: i suoi voti sono congelati da tre anni. Ma ci sono stati risultati in tema di verifica antimafia, orari di apertura degli esercizi commerciali, class action, reato di whistleblowing e auto blu

 

Roma, 13 maggio 2016 - Nel corso di questa legislatura non esistono casi di disegni di legge approvati grazie ad un concorso decisivo del Movimento 5 Stelle. Se nel 56% dei casi il M5S ha espresso posizioni contrarie sui disegni di legge esaminati nelle Aule parlamentari, come inevitabile per un partito di opposizione, quasi un quarto dei suoi voti è stato invece favorevole. Ma questi ultimi si sono semplicemente aggiunti a quelli della maggioranza. In questo senso, i voti del M5S in questi tre anni sono rimasti congelati senza eccezione. E con essi anche il consenso di oltre un quarto degli elettori alle elezioni politiche del 2013. Tuttavia, ciò che risulta dai dati non può definirsi un atteggiamento ostruzionistico. Infatti, il disegno di legge sulla verifica antimafia presentato dal M5S è stato approvato e altri concreti risultati sono stati riportati sui DDL relativi agli orari di apertura degli esercizi commerciali, alla class action, al reato di whistleblowing e alle auto blu. Anche dal punto di vista degli emendamenti, il Movimento primeggia nei confronti delle altre forze di opposizione, privilegiando contenuti "tecnici" in tema ambientale e digitale: in Aula alla Camera è riuscito ad apportare modifiche al 27% dei testi esaminati, e in Commissione addirittura al 37% di essi.

Sono questi alcuni dei risultati della ricerca "Dentro o fuori dal Palazzo?" realizzata da FBLab, il Centro Studi di FB & Associati, che ha voluto analizzare quale sia effettivamente il comportamento parlamentare del Movimento 5 Stelle, per capire cosa fa questa forza politica, come vota, se e quando unisce i propri consensi e le proprie iniziative politiche con i partiti di governo da una parte e con gli altri partiti di opposizione dall’altra. Le analisi si basano interamente su dati pubblici in quanto atti parlamentari e si riferiscono al periodo da marzo 2013 a marzo 2016.

Il documento completo è disponibile a questo link.

"Il quadro che emerge dalla ricerca di FBLab è quello di un Movimento 5 Stelle diviso tra la voglia di contare e quella di attestarsi su una opposizione di sistema", afferma Fabio Bistoncini, Fondatore e Amministratore Delegato di FB & Associati. "Infatti, da una parte, abbiamo un Movimento politico sempre più parlamentare, ovvero capace di utilizzare a dovere lo strumento politico della rappresentanza: di conferire alle proprie posizioni un valore coerente e spendibile a livello mediatico; di mediare nel merito, tanto da farsi approvare in Aula provvedimenti a propria firma e decine di emendamenti su tematiche di suo specifico interesse; di usare i temi giusti nelle sedi istituzionali giuste. Un movimento pragmatico, che decide nel merito, opponendosi in modo radicale al Governo ma senza disdegnare il dialogo sui singoli temi, quando il livello dello scontro politico, e mediatico, scende. Ma dall’altra, rimane fortissima la sensazione di un Movimento paralizzato nella sua opposizione di sistema, che punta tutto sulla coerenza e inossidabilità delle proprie posizioni politiche generali. Tali posizioni sono espresse in maniera corale dal gruppo che parla come mero portavoce del suo popolo. Con una voce sola, che non ammette il dissenso e la libertà di coscienza. Ma posizioni così incrollabili hanno un limite che non possono valicare. Non possono in nessun modo consentire all’opinione pubblica di percepire il Movimento come una parte del sistema. La priorità assoluta resta una: mai mischiarsi, nemmeno a costo di contraddirsi, di deludere pezzi del proprio elettorato, di mortificare i propri attivisti e i propri gruppi parlamentari. Mai diventare come gli altri perché l’unica speranza che il M5S ha di vincere in futuro è nella sua capacità di restare un soggetto trasversale, in grado di primeggiare in un ballottaggio a due".

Il Movimento 5 Stelle, secondo tutti i sondaggi, si posiziona oggi come il secondo partito italiano con una percentuale delle intenzioni di voto che oscilla tra il 25 e il 30%. Amministra 15 comuni. Ha 126 parlamentari, 98 consiglieri regionali, e 17 europarlamentari. Eppure, a distanza di tre anni dal suo exploit alle elezioni politiche del 2013, resta ancora un oggetto misterioso. E uno degli aspetti meno noti del Movimento è il comportamento dei suoi eletti in Parlamento.

 

Il voto del M5S in Aula. Fenomenologia delle posizioni politiche

Questa tabella rappresenta la sintesi delle posizioni del Movimento sui disegni di legge esaminati complessivamente da Camera e Senato fino ad oggi. Come è logico aspettarsi da una forza di opposizione, i voti contrari prevalgono nettamente su quelli favorevoli e sulle astensioni. Ma resta il fatto che in un quarto dei casi il M5S ha approvato i provvedimenti. Una differenza fondamentale emerge tra la fase pre-Direttorio (marzo 2013 - novembre 2014) e quella post-Direttorio (dicembre 2014 - marzo 2016): l’aumento delle astensioni, che nel periodo successivo all’entrata in carica del Direttorio sono raddoppiate in termini relativi. Astenersi significa assumere una posizione politica di gruppo, neutrale rispetto al provvedimento in esame. Da un'analisi qualitativa di tutte le dichiarazioni di voto di astensione fatte dal Movimento 5 Stelle nelle Aule è emersa chiaramente una evoluzione interna all'uso di questo strumento. Nel periodo pre-direttoriale l'astensione aveva quasi sempre motivazioni di merito e rifletteva quindi, probabilmente, l'impossibilità del gruppo di assumere una posizione coesa su un testo. Nella fase post-direttoriale questo tipo di motivazioni viene molto spesso sostituito da ragioni più tecniche: ci si astiene per protestare contro l'atteggiamento del Governo, contro l'eccessivo uso della fiducia o la vaghezza delle deleghe, o ancora contro l'utilizzo della decretazione d'urgenza. Posizioni più raffinate, che forse oscurano, peraltro efficacemente, conflitti interni al gruppo parlamentare, spostando l’attenzione sulla contrapposizione con il Governo.

È importante segnalare che "astensione" è cosa ben diversa da "libertà di coscienza", che non è una posizione di gruppo ma al contrario è il rifiuto di assumerne una. Si tratta di una scelta che il M5S ha quasi sempre rifuggito, perché è l’esatta negazione dell’idea di "democrazia diretta" e del vincolo di mandato tanto care al Movimento. Da una parte, dunque, nel corso del tempo è emersa una maggiore padronanza dello strumento parlamentare, che valorizza posizioni quali l’astensione, ma dall’altra, permane la tendenza ad esprimersi in modo pragmatico sui singoli temi (a patto che il Governo non ponga la fiducia), e a rifuggire l’opzione della libertà di coscienza.

 

I disegni di legge presentati dal M5S


Tra i disegni di legge presentati dal Movimento 5 Stelle, l’unico che è riuscito a diventare legge dello Stato è composto da un solo articolo che sopprime il limite costituito dalla necessità di essere residenti in Italia per doversi sottoporre alle verifiche antimafia. Un provvedimento condiviso da tutti, approvato dalle Commissioni senza andare in Aula. In tutti gli altri casi evidenziati, i testi del Movimento sono stati esaminati da una sola delle due Aule. Per giungere a questo obiettivo, tutt’altro che scontato per una forza di opposizione, il M5S ha dovuto cedere a compromessi, visto che per ottenere una approvazione ci vuole la maggioranza dei voti, che il M5S non ha. Analizzando l’iter di questi disegni di legge ci si rende conto che in tutti i casi il M5S ha acconsentito a modifiche dei propri testi, che in alcuni casi sono stati sostanzialmente riscritti dalla maggioranza. Una mediazione quindi c’è stata, ed essa è stata giudicata come virtuosa, dato che tutti questi testi, seppur modificati, sono stati poi approvati in Aula dal gruppo pentastellato. Evidentemente, i testi hanno mantenuto qualcosa dello spirito politico che li aveva generati.

I gruppi parlamentari del M5S possono quindi vantarsi di aver ottenuto concreti risultati sugli orari di apertura degli esercizi commerciali, sulla class action, sul reato di whistleblowing e sulle auto blu, "scongelando" effettivamente i propri voti. Ancora però, nessuno di questi testi è divenuto legge.

Tutti gli obiettivi centrati si sono verificati nella fase direttoriale: è verosimile ipotizzare che i parlamentari che compongono il Direttorio (Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Roberto Fico, Carla Ruocco, Carlo Sibilia) si facciano rappresentanti delle istanze dei gruppi nei confronti di Grillo e, sino a poche settimane fa, di Casaleggio.

Tuttavia, le eccezioni non mancano (in corsivo nella tabella): il DDL sullo stop al finanziamento pubblico all’editoria e il DDL sull’acqua pubblica non sono stati oggetto di mediazione. Nel primo caso era del tutto impossibile, in quanto il testo grillino puntava ad una totale abolizione del finanziamento: il M5S si è quindi fatto volutamente respingere in Aula il testo dagli altri partiti, per poter poi criticare la loro posizione sui mezzi di comunicazione. Nel secondo caso, le modifiche al testo originario apportate dal Partito Democratico in Commissione sono state giudicate dai pentastellati troppo invasive per poter essere accettate politicamente.

 

L’attività emendativa del M5S

Analizzando le performance di approvazione degli emendamenti nei due rami del Parlamento, sia in Aula che in Commissione referente, per i maggiori gruppi parlamentari1, si nota come le uniche due forze che riescono a collocarsi al di sopra della media sono quelle di maggioranza (Partito Democratico, Area Popolare). Tra le forze di opposizione non si notano particolari diversità e il Movimento 5 Stelle non è riuscito a distinguersi. In numeri assoluti, dall’inizio della legislatura ad oggi, il M5S è riuscito a farsi approvare, al Senato, 54 emendamenti in Aula e 140 in Commissione, alla Camera, 182 in Aula e 545 in Commissione. Numeri piuttosto simili a quelli delle altre forze di opposizione.

In questo grafico si mostra invece un secondo dato: la capacità del gruppo di distribuire equamente i propri successi emendativi nell’universo costituito dalla totalità dei testi esaminati, oppure, al contrario, la sua propensione a concentrarsi su pochi provvedimenti. Da questo punto di vista, si nota una notevole capacità del Movimento 5 Stelle di diversificare i propri successi, soprattutto alla Camera, dove primeggia nei confronti delle altre forze di opposizione, giungendo in alcuni casi a sfidare il PD. In Aula alla Camera il M5S è riuscito ad apportare modifiche al 27% dei testi esaminati, e in Commissione addirittura al 37% di essi. Decisamente inferiori i risultati al Senato: 13% in Aula e 19% in Commissione.

Dall’analisi qualitativa effettuata sul contenuto degli emendamenti che il M5S è riuscito a far approvare emerge che il Movimento sembra puntare su poche proposte emendative per lo più da un contenuto prettamente "tecnico" (ossia tese a migliorare o meglio specificare il testo cui si riferiscono). Tra tutti gli altri emendamenti, invece, il tema che il Movimento 5 Stelle riesce ad "imporre" maggiormente è sicuramente quello ambientale con 11 emendamenti approvati riferiti a 7 provvedimenti diversi. Subito dopo vengono le tecnologie digitali con 4 emendamenti approvati in 4 provvedimenti diversi.

 

1 Due annotazioni preliminari: in primo luogo, è strutturalmente più facile che un emendamento passi in Commissione che in Aula (10% contro 2% alla Camera, 3% contro 1,5% al Senato); in secondo luogo, è strutturalmente più facile che un emendamento passi alla Camera che al Senato (2% contro 1,5% nelle Assemblee, 10% contro 3% nelle Commissioni).

 

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Caricato il 13/05/2016